WE MEDITERRANEAN (IT)

Outdoor

Canopy

In occasione del Lake Como Design Festival, il collettivo si apre alla collaborazione con Caterina Frongia e Mosae per restituire alla sua comunità il racconto di una nuova tappa: adagiati sulle rive del lago, insieme alle artiste e performer Maddalena Iodice e Giuditta Vettese (con Carolina Merlo), e a Margherita Cioppi, co-fondatrice di TOM (Tutti gli Occhi sul Mediterraneo) si torna a parlare di sconfinamenti, corpi in movimento e frammenti di umanità che rivendicano il diritto al proprio sogno di vita.

Aperta, libera e migrante, l’architettura di We Mediterranean si riconfigura per tornare a parlare di accoglienza e diritto all’inclusione. Due gli elementi dell’avamposto che approdano nel Parco del Grumello, parte del percorso del Chilometro della Conoscenza.

Canopy è un’architettura flat, esile e giganteggiante, pensata per evocare la carica simbolica di una pensilina. Costruita nel 2023 in Libano, su disegno di We Mediterranean, con gli artigiani di Decotech e il team di We Design Beirut, è composta da otto tubi metallici che si assemblano con facilità. Alla mano di Caterina Frongia il compito di interpretare gli scampoli di tessuti Skaff e i teli outdoor di Dedar: vestita di un drappeggio a intarsio, plana a bordo lago per riflettere sul significato di accoglienza.  

La storia

Nata nel 2023 da un’idea condivisa di Giovanni Bellotti, Paola Carimati, Matilde Cassani, Alessandra Covini, Ambra Fabi, Francesca Lanzavecchia, Azzurra Muzzonigro e Giovanni Piovene, l’architettura di We Mediterranean è stata costruita a Beirut con il team di We Design Beirut (partner tecnici Ajialouna, DecoTech, Skaff): il secondo dei workshop attivati in Libano grazie al contributo di Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte si è concluso il 6 ottobre dello stesso anno. Da quella data in poi, la situazione geopolitica internazionale, già scossa dal conflitto russo-ucraino, si è fatta pericolosamente instabile. Un dato di fatto che rafforza la convinzione di un impegno a sostegno di chi lascia o è costretto a fuggire dal proprio Paese in cerca di approdi sicuri. La progressione dei numeri relativi ai migranti climatici è inequivocabile: il Mediterraneo sarà ancor più luogo di attraversamenti, di slanci e di orizzonti da puntare. Sollecitare il dibattito attorno ai temi dell’accoglienza provando a costruire insieme una comune cultura del dialogo vuol dire avvicinare le cause che spingono i corpi a muoversi nello spazio, conoscerle e farle risuonare emotivamente in ciascuno di noi. Avendo ben chiaro chi siamo e cosa ci unisce. Cosa vuol dire essere cittadini del Mediterraneo. Quale comune radice culturale lega noi Paesi lambiti da sua maestà il Mare. E su quale piano di condivisione è possibile proiettare le basi di una comunità davvero aperta e porosa.

Progettisti e artisti, attivisti e performer, artigiani e naviganti insieme, uniti nella comprensione del comune linguaggio della disciplina madre, proviamo a declinare le parole di un vocabolario dell’abitare in cui il dialogo traduce la scienza delle costruzioni in nuovi manufatti. Strutture leggere, ricami robusti e intrecci handmade sono vocaboli che nell’empatia trovano una nuova sintesi formale.

Il collettivo.

Paola Carimati, architetta e giornalista, ha maturato la sua pratica di scrittura collaborando con importanti realtà editoriali italiane e internazionali.

Matilde Cassani Studio (con Leonardo Gatti e Cecilia da Pozzo) lavora tra architettura, performance ed eventi, esplorando il pluralismo culturale nelle città contemporanee.

Caterina Frongia, artista e designer, crea arazzi autobiografici che raccontano le storie dei committenti.

Francesca Lanzavecchia, designer eclettica e empatica, vede il design come linguaggio universale, strumento di racconto e soluzione di problemi.

Mosae è una società di architettura e ingegneria specializzata nella progettazione e gestione di spazi espositivi e artistici.

Piovenefabi (Ambra Fabi, Giovanni Piovene, Marco Antonio Ghetti) unisce architettura e ricerca urbana, praticando la co-creazione come metodo di dialogo con il territorio.

Sex & the City (Florencia Andreola, Azzurra Muzzonigro) è un’APS che integra la prospettiva di genere nella pianificazione urbana, al servizio delle politiche pubbliche.

Studio Ossidiana (Alessandra Covini e Giovanni Bellotti) realizza progetti tra architettura, arte e design, con un approccio non antropocentrico, orientato alla coesistenza tra specie.

Un progetto di: Paola Carimati, Matilde Cassani Studio, Francesca Lanzavecchia, Piovenefabi, Sex & The City e Studio Ossidiana con Caterina Frongia e Mosae con il contributo di Fondazione Cologni dei Mestieri D’arte e Triennale Milano

Sponsor tecnico: Dedar

Lake Como community: We Design Beirut (con Ajialouna, DecoTech, Skaff), Dropcity