Næssi (IT)

Limonaia

Viviamo a Roma e, durante le nostre passeggiate in cui esploriamo la città, osserviamo spesso il Monte Testaccio, comunemente chiamato Monte dei Cocci. Si tratta di un colle artificiale alto circa 55 metri con la circonferenza di un chilometro costruito con i frammenti delle anfore usate per il trasporto delle merci e scaricate nel vicino porto fluviale di Testaccio. Al tempo degli antichi romani, infatti, le merci raggiungevano Roma prevalentemente via mare e, una volta giunte al porto di Ostia, risalivano il Tevere fino ad approdare al porto di Ripa grande, dove venivano scaricate. Qui l’olio veniva travasato e trasportato al mercato capitolino, mentre le anfore, che non potevano essere riutilizzate, venivano rotte e accatastate con la massima economia di spazio aiutate dalla calce che le connetteva e che evitava gli inconvenienti derivanti dai residui di olio.

Di fatto si tratta di un archivio di circa 25 milioni di frammenti di anfore in terracotta accumulati tra il periodo augusteo e la metà del III sec. d.C che hanno creato un piccolo monte artificiale.

Testa, testae (dal latino “tegola” ma anche “mattone, frammento”) è la parola che rappresenta il frammento appartenente a un qualcosa che aveva una forma e una funzione che ormai sono smarrite. 

Nei vasi TESTAE il frammento è ricucito e integrato all’interno di un sistema nuovo e fiero di ogni sua parte. Il frammento riacquista vita e valore fino a diventare un elemento decorativo prezioso applicato su un vaso dalla forma archetipica. Esso è il segno di una memoria che va mostrata, essendo la fine di una narrativa e, allo stesso tempo, l’incipit di un nuovo racconto.

Ogni vaso TESTAE rappresenta un singolo contenitore come memoria di molteplici contenitori: un solo oggetto come traccia di più oggetti.

I vasi TESTAE sono l’output formale di un percorso più ampio. La nostra ricerca visiva e concettuale intorno al frammento, infatti, è iniziata molti anni prima che noi decidessimo di inserire nel nostro archivio la cartella “NaeArchive023Frammenti”. Dopotutto siamo nati e cresciuti a Roma, una città frammentata sotto diversi punti di vista, in cui ogni layer sovrasta il precedente senza mai nasconderlo del tutto. In questa stratificazione rimangono sempre visibili i piccoli preziosi frammenti di tutte le identità precedenti.

Proprio per questa ragione, negli ultimi anni abbiamo camminato a lungo per la città, visitato spazi e scattato migliaia di foto senza un obiettivo preciso. Non abbiamo l’intenzione di connettere i frammenti con un metodo scientifico al fine di creare una narrativa precisa, piuttosto desideriamo costruire un archivio tipologico di frammenti pronti a letture inconsuete e manipolazioni multidisciplinari.

Næssi è lo studio di design fondato a Roma nel 2020 da Eleonora Carbone e Alessandro D’Angeli.

Eleonora e Alessandro esplorano le connessioni trasversali tra oggetti, idee e spazi con un approccio multidisciplinare e un metodo collaborativo occupandosi di design da collezione per gallerie e progetti commissionati da brand.

Il lavoro di Naessi si concentra sulla relazione tra tradizione e contemporaneo ed esplora il legame della materia con l’artigianato e la manifattura. L’obiettivo è individuare connessioni inattese, creare progetti trasversali e tracciare percorsi concettuali intraprendenti.