

Serretta
Plaster Ruins – Vanity e Table
Il progetto nasce da un'esplorazione tecnica e narrativa iniziata nel 2023 intorno al concetto di iper-rovina: una riflessione sulla trasformazione dei materiali, sulla demolizione degli edifici e sulla memoria collettiva impressa negli oggetti.
“Gli edifici tacciono, ma le rovine parlano”, ha scritto Benjamin Constant: le rovine sono testimoni silenziosi del nostro passato, portatrici di un certo mistero. Basando la sua ricerca sulla raccolta e la trasformazione dei materiali recuperati dagli edifici demoliti, Lucie esplora come i rifiuti edili possano diventare un vettore di memoria e trasmissione. Attraverso atti di riappropriazione, considera la memoria come un materiale.
Plaster Ruins - Vanity è una reinterpretazione della toeletta, un oggetto con cui molte bambine giocano durante l'infanzia. Originariamente riservata a una élite, la toeletta si è trasformata in un giocattolo e in un simbolo di femminilità. Qui viene rielaborata, mettendo a confronto un'estetica nostalgica con una materialità grezza che evoca la distruzione e il passare del tempo.
Mentre Plaster Ruins -Table eleva i blocchi di gesso, solitamente utilizzati per costruire pareti divisorie, a oggetto scultoreo. Le gambe del tavolo sembrano trasformarsi in arti umani, suggerendo forme antropomorfe che evocano un approccio infantile e nostalgico.
Entrambi gli oggetti ricordano il tempo in cui, da bambini, gli oggetti avevano un significato emotivo che andava oltre la loro funzionalità. Queste forme familiari riecheggiano stili passati e contrastano con la crudezza di un materiale comunemente nascosto e dimenticato dopo la demolizione.

Lucie Gholam, nata nel 1999 da una famiglia franco-libanese, è sempre stata attratta dall'esplorazione dell'intersezione della sua doppia eredità. Dopo aver conseguito la laurea in design spaziale presso l'École Boulle di Parigi nel 2019, ha proseguito gli studi presso Aalto University e si è laureata alla Design Academy Eindhoven nel 2023.
Il suo background alimenta continuamente la sua ricerca di identità, sia come designer che come individuo. Per Lucie il design è un terreno di gioco per la sperimentazione e l'esplorazione che connette il nostro legame emotivo con gli oggetti e gli spazi, attraverso il concetto di rovina. Intrecciando tecniche e materiali diversi, intraprende un viaggio di scoperta personale e affronta al contempo questioni più ampie e urgenti. Il suo lavoro si spinge oltre i confini delle proprietà dei materiali e del ruolo che gli oggetti e gli spazi giocano nella nostra vita. Con una forte attenzione alla sostenibilità, si impegna a lavorare con materiali innovativi e circolari e a valorizzare il potenziale di ciò che già esiste.
Influenzata dall'architettura, dalla scultura, dalla cultura pop, dalla teoria queer e femminista e dalle sue radici francesi e libanesi, Lucie ama sfidare gli archetipi e portare molteplici prospettive nel suo processo creativo.